Pierluigi ti puoi presentare?
Ho 64 anni, la mia famiglia è di Matera, anche se io sono nato e cresciuto a Firenze. Devo dire che ho iniziato relativamente tardi ad avere rapporti con la natura e l’ambiente: avevo 25 anni, e nel pieno entusiasmo dell’età, ho puntato subito all’alpinismo.
La Toscana per me è stato un ritorno all’orizzonte breve maturato negli anni.
Fare la guida escursionistica nel Mugello mi ha riportato ad una dimensione più vicina, a soffermarmi sul particolare.
In un certo senso il mio è stato anche un ritorno alla terra: ho scelto di vivere qui da circa 10 anni, lasciando la città (Firenze, ndr), e da neopensionato mi dedico con piacere alla coltivazione di un piccolo orto, con qualche albero da frutto e meravigliosi ulivi che mi danno la soddisfazione di un olio finalmente mio.
La Firenze, città “bomboniera”, cosa è per te? Come la si visita uscendo dalle immagini da cartolina?
La dimensione è quella del “lontano vicino”, la ricerca degli aspetti più veri e nascosti della città: sia pure da turisti, mettersi in un’ottica di “esplorazione”, non adagiandosi nel mainstream turistico. Faccio l’esempio delle piccole vie che si dipanano dietro Palazzo Vecchio, posti raccolti che prendono vita nelle pagine dei romanzi di Vasco Pratolini..
Visitandola cerchiamo di contrastare l’immagine di una città molto bella, molto conosciuta (si ritiene), ma stereotipata. Cambiamo prospettiva e la raccontiamo anche attraverso i suoi quartieri popolari, attraverso piccole storie di una grande città.
Incontri speciali in una città che è anche solidale
Certo, Firenze è anche questo. Ponendosi nell’ottica che dicevo, quasi naturalmente si incontrano realtà impensabili in quel contesto, come la cooperativa dei “Ragazzi del Sipario”, nello Spazio Alfieri: che è un cinema, ma anche un centro culturale e un ristorante, dove ragazzi con disabilità cucinano e propongono menu gustosi in un bistrot molto accogliente. In più siamo nel quartiere di Santa Croce, rimasto ancora popolare, vissuto dai fiorentini: a partire dal mercato rionale Sant’ Ambrogio.
Poi, dormire nella Foresteria Valdese ci aiuta a conoscere la solidarietà, per esempio verso le situazioni familiari difficili: ci troviamo a San Frediano, un altro quartiere “dei fiorentini”.
Da Firenze, in treno verso il Mugello…
…e qui siamo in una zona di campagna unica. Una Firenze fuori Firenze: lo dico per le radici culturali della città che vi affondano. Tanto per dire, dal Mugello proviene la famiglia dei Medici; qui sono nati Giotto e il Beato Angelico.
Il Mugello è fatto di natura e di piccoli borghi, non ancora presi d’assalto dal turismo tradizionale, così si possono visitare luoghi fuori dai circuiti che non mancano di fascino e di storia.
Già, la storia: il Medioevo e il Rinascimento, addirittura il Liberty. Ma anche la storia più recente, con la vista alla scuola di Don Milani, e della sua didattica inclusiva ed egualitaria.
La tua cartolina del Mugello
Lasciamo Firenze su un treno, che corre lungo binario unico: usciti dalla città, dai finestrini si vedono ancora i tipici paesaggi toscani, fatti di dolci colline punteggiate di ulivi e vigneti. Poi si imbocca una galleria, e, quando se ne esce, ecco il Mugello: prima i boschi e poi la valle che si apre, verde e rigogliosa.
Piccoli campanili e torri che sbucano qua e là in lontananza fra gli alberi e fanno intravedere borghi.
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