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Immagine del redattoreStaff Viaggi Solidali

La bellezza e la profondità della Sardegna

Aggiornamento: 4 ott 2022


Intervistiamo Anna Franca, arrivata anni fa a Cagliari da un paese dell’entroterra, per laurearsi in scienze politiche: qui è rimasta. Dopo avere seguito diversi progetti di volontariato con il Servizio Civile Internazionale, ha realizzato con un gruppo di amici un sogno che si chiama VillaggioCarovana



Perché avete deciso di chiamare “VillaggioCarovana” il vostro luogo?


Nel 1994 nasce l’associazione La Carovana: il nostro luogo in movimento verso l’inclusione. Siamo “giovani visionari” e grazie all’esperienza di volontariato nel Servizio Civile Internazionale coltiviamo il sogno di portare nel mondo i nostri ideali di pace e giustizia sociale.


Ci piacerebbe che diventasse il nostro lavoro, così ci formiamo per diventare facilitatori del training nonviolento. Iniziamo a lavorare con le scuole e i comuni. Ma sono sempre lavori precari così nel 2001 decidiamo di fare il salto e di trasformarci in due cooperative: La Carovana che si occupa di Servizi sociali contro l’emarginazione e VillaggioCarovana per lavorare con il turismo sociale.


Siamo 8 amici e vogliamo creare un luogo accogliente per tutti, senza barriere mentali e fisiche. Vogliamo farlo in un luogo magico che amiamo: la nostra isola di Sardegna. Il Villaggio è il luogo intimo in cui si intrecciano le relazioni, si creano le amicizie, si condividono esperienze.


Gli abitanti di questo villaggio vanno e vengono proprio come in una Carovana sempre in movimento. Abbiamo fatto nostro il motto “Visto da vicino nessuno è normale” e i meno normali di tutti siamo noi che ancora crediamo in questo sogno e siamo sempre in cammino.



Cosa è il turismo sociale?


I viaggiatori che arrivano qui entrano nella grande famiglia del Villaggio


Ogni ospite ha certamente da prendere e da dare e lo accogliamo con curiosità e disponibilità, certi che avrà tanto da condividere con noi e con gli altri viaggiatori.


Un’esperienza che ci arricchisce moltissimo è l’accoglienza delle persone con bisogni speciali con le quali condividiamo ogni estate, da luglio a settembre. VillaggioCarovana è una cooperativa sociale e noi siamo educatrici. Siamo talmente entusiaste di questa esperienza che abbiamo deciso di lavorare tutto l’anno con queste persone attraverso progetti diurni e residenziali sull’autonomia con incentrati  sul “Dopo di noi”.


Cooperare è nel nostro DNA: abbiamo creato con altri piccoli operatori del territorio l’Associazione Castiadas Ospitale per scambiarci le esperienze e promuovere insieme il territorio, alcuni di questi raccontano il loro lavoro ai viaggiatori di Viaggi Solidali, perché crediamo che i viaggi siamo fatti di luoghi ma soprattutto dalle persone che li raccontano.



La vostra Sardegna forse scardina le immagini da cartolina che sono impresse nelle nostre menti. Perché e in che modo è autentica?


Noi sardi siamo un popolo che è stato da sempre isolato per motivi geografici ma anche conquistato per motivi economici e politici.

Abbiamo così sviluppato una certa diffidenza nei confronti di “s’istranzu”, tanto che quest’unica parola individua sia l’ospite che lo straniero, colui che arriva dal mare. Per difenderci ci siamo rinchiusi in noi stessi voltando le spalle al mare e illudendoci che quest’isola fosse tutto il mondo conosciuto, un mondo a parte con una lingua e regole proprie non scritte.



Dopo i popoli nuragici che viaggiavano per mare ci siamo rinchiusi verso l’interno. Poi qualcuno arrivato da chissà dove ci ha fatto guardare il mare con occhi nuovi: quell’acqua cristallina non buona per irrigare i campi o abbeverare le bestie, che ci ha sempre esposto agli invasori poteva diventare una risorsa. 



C’è stato il momento doloroso della vergogna, per non essere abbastanza italiani e moderni, Sardegna come luogo di punizione e arretratezza, combattuta con scelte politiche sbagliate.

Ma ora è il momento dell’orgoglio.


Abbiamo imparato nuovamente a viaggiare e a capire di non avere niente da invidiare ad altri luoghi.

Abbiamo iniziato a guardare la nostra terra con gli occhi innamorati degli “Istranzos” ed è cresciuto anche il nostro amore verso la nostra isola. Ora non vogliamo più nasconderci ma anzi siamo orgogliosi della nostra diversità, vogliamo valorizzare ogni piccolo angolo nascosto attraverso le storie che chi ha scelto di vivere in questa terra. Il mare che tutti conoscono è una cornice meravigliosa, ma dentro di essa esistono infiniti mondi da scoprire sia attraverso l’ascolto partecipato che attraverso il fare.



Questo aspetto è importantissimo perché trasmettere le conoscenze con i laboratori (trasformare la cera in candele, lavorare l’argilla, preparare la pasta tipica) garantisce che queste ricchezze non vengano perse e trasmette al viaggiatori delle emozioni importanti.


Quali sono i progetti e le novità che avete in serbo? Come vi state preparando ad accogliere i viaggiatori dopo questo lungo periodo di pausa forzata?


La primavera è il momento in cui la Sardegna si presenta nel suo più grande splendore con il tepore del sole sulla pelle, i colori e i profumi dei fiori, le lunghe giornate e i cieli azzurri.


Ci stiamo prendendo cura del nostro piccolo sogno VillaggioCarovana per accogliere al più presto i prossimi viaggiatori.


Non vediamo l’ora di raccontare e sentire storie


Mai come in questo difficile anno abbiamo sentito tanto amore arrivare dagli amici al di là del mare. Abbiamo percepito la voglia di vedere il mare e di sentire i profumi della macchia mediterranea da parte di chi sta in continente e non può arrivare.

Vi aspettiamo a braccia aperte per condividere con voi un po’ del nostro mondo, coccolarvi e riprenderci un po’ di quella libertà di viaggiare e socializzare che tanto ci manca. Ci manca vedere la Sardegna attraverso i vostri occhi entusiasti, commossi e appassionati…



Un ricordo che ti è rimasto impresso


Con l’ultimo gruppo che abbiamo ospitato a settembre si è creato un rapporto speciale, forse perché è stato il primo gruppo dopo il lockdown, sicuramente perché sono persone speciali…comunque siamo rimasti in contatto e la chat creata durante il viaggio è tuttora attiva. Siamo diventati un’unica famiglia. Un viaggiatore ha detto a conclusione del viaggio: “siamo arrivati che eravamo come cinque dita separate e andiamo via come un’unica mano, legati dal rapporto che si è creato in questo viaggio e certi che ci incontreremo ancora”.


GRAZIE VIAGGIATORI!



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