Enzo, 35 anni, è un socio fondatore della Cooperativa Sociale La Paranza, che ha cambiato volto e dato speranza al rione Sanità di Napoli. Si occupa tra le altre cose di comunicazione e marketing
Enzo, perché è nata la cooperativa La Paranza? Lo puoi spiegare in poche parole?
La Cooperativa nasce nel 2006 dalla volontà e dalla visione di un gruppo di giovani del rione Sanità, che attraverso la messa in fruizione delle catacombe di San Gennaro, hanno cercato di soddisfare due bisogni. Il primo: creare opportunità di lavoro per i ragazzi stessi, che in un quartiere come questo si domandavano che senso avesse restare: erano propensi, quando non alla rassegnazione che nulla potesse cambiare, alla fuga. Io stesso ero uno di quei giovani. Nel 2000, quando è arrivato parroco don Antonio, posso dire che sia stato lui il motore del cambiamento: noi frequentavamo l’oratorio, eravamo un gruppo di amici. E’ lui che ha iniziato a portarci fuori da Napoli, a farci viaggiare. Abbiamo visitato con lui molte città europee: ancora non sapevamo che quelle erano le nostre prime esperienze di team building! Quel gruppo di amici che ha iniziato a vedere il mondo ha gettato le basi per fondare la cooperativa.
Il secondo bisogno: attraverso le nostre iniziative, siamo riusciti a cambiare la narrazione del rione Sanità.
Il valore della speranza secondo voi. Un valore che possiamo declinare anche in questo periodo.
E’ fondamentale: la speranza ha animato noi giovani, ci ha dato un senso e un lavoro. Attualmente la cooperativa ha 40 dipendenti di cui 13 soci. Tante persone che hanno trovato un modo per essere utili e per qualificarsi professionalmente. Ancora oggi, quando selezioniamo nuovi collaboratori, privilegiamo chi vuole crescere su chi ha la maggiore esperienza.
Oggi immaginiamo la ripartenza, e lo facciamo attraverso nuovi progetti e percorsi di visita. Lo facciamo attraverso la nostra formazione continua, in qualità di accompagnatori, formatori di nuove risorse e valorizzatori del territorio. Lo facciamo infine esportando il nostro modello (stiamo lavorando al progetto di valorizzazione della Piscina Mirabilis a Bacoli, nell’area dei Campi Flegrei)
Due cartoline del Rione Sanità: alla fine degli anni 90 e oggi
Nella prima cartolina vedo un quartiere rassegnato.
In quella di oggi c’è lo sguardo rivolto al futuro e, di nuovo, alla speranza. Vedo una maggiore consapevolezza: oggi, nonostante la situazione estremamente difficile, continuiamo in questa direzione.
Un paio di pennellate che dipingono il vostro quartiere
Durante una visita domenicale, una signora dei bassi offre il caffè al piccolo gruppo, invitandoli a casa
Sempre la domenica, i profumi del pranzo che si diffondono nei vicoli accompagnando i visitatori delle Catacombe di San Gennaro.
E infine: scene di teatro
Un teatro di strada che si vede tutti i giorni e che ci vede partecipi e spettatori al contempo. La chiacchierata in un negozio tra la cliente e il negoziante, chiacchiere da caffè al bar. Scene di vita catturate in un istante, in un luogo così speciale e unico.
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