Rosario è nato a Camini. Il forte legame con le radici lo ha ispirato a fondare nel 1999 la Eurocoop Servizi. E’ una cooperativa sociale che nasce con lo scopo di integrare persone svantaggiate e disoccupate nel mondo del lavoro. Da allora la storia di inclusione e accoglienza è continuata…
Rosario, come era Camini prima di voi, come è adesso?
Camini è un piccolo villaggio collinare in Calabria nell’area della Locride, zona per molti anni caratterizzata da povertà e da spopolamento, determinati dalla mancanza di opportunità lavorative.
In questo contesto territoriale, nasce la Eurocoop Servizi che nel luglio del 2011, apre le porte alla cultura dell’accoglienza dei migranti, con il primo progetto di integrazione dal nome “Emergenza Nord Africa” che spiana la strada al più articolato Progetto Sprar del Comune di Camini nel 2014 e al successivo “Programma Resettlement” nel 2016. In questo biennio i servizi di accoglienza si rivolgono anche a minori stranieri non accompagnati, sempre sul territorio di Camini, che affronta un mutamento di rinascita, sperimentando un’autentica crescita sociale ed economica come risultato dell’accoglienza e integrazione.
Attualmente il progetto favorisce l’accoglienza dei titolari di Protezione Internazionale e ospita all’incirca 80 persone, provenienti prevalentemente dalla Siria, ma anche da Eritrea, Marocco, Gambia, Mali, Senegal, Bangladesh, Pakistan, Sudan, Sierra Leone, Libia e Marocco.
Non a caso “Jungi Mundu” (“Unisci il mondo” nel dialetto locale) è la denominazione che viene assegnata alla sede del Progetto, vero e proprio cuore dell’Accoglienza.
La nostra carta vincente è l’adozione di un approccio basato sull’autogestione abitativa che incoraggia l’autonomia dei beneficiari. Un sistema questo in netto contrasto con le modalità precarie che caratterizzano spesso la prima e la seconda accoglienza nell’ammassamento dei centri delle periferie urbane.
Il villaggio che ospita viene riconosciuto come rifugio sicuro per i nuovi residenti, specialmente le famiglie e i minori, che a loro volta contribuiscono attivamente allo sviluppo della società sin dal loro arrivo.
I vostri sono progetti di accoglienza. Un’accoglienza che poi viene restituita ai viaggiatori in visita a Camini. Ci racconti dei laboratori?
I laboratori e tutta una serie di attività nascono per supportare l’inserimento scolastico dei minori o con l’intento di favorire la formazione professionale degli adulti, oltre che come pura formula di svago.
I siti che ospitano tali attività sono nel centro di Camini, all’interno di antichi locali dismessi da decenni e ora recuperati. L’idea è stata quella di affiancare gli esperti locali agli apprendisti: gli uni tramandano antichi saperi, gli altri li assimilano. L’ ambiente diventa interculturale e, allo stesso tempo, garantisce ai beneficiari un’autonomia personale.
I laboratori e tutta una serie di attività nascono per supportare l’inserimento scolastico dei minori o con l’intento di favorire la formazione professionale degli adulti, oltre che come pura formula di svago.
I laboratori a cui partecipano anche i viaggiatori che vengono a farci visita, sono di molti tipi: dalla cucina al legno, a laboratori di arte creativa, della ceramica…di liuteria. Ci sono anche laboratori di sartoria e tessitura.
Tra le attività a sostegno dell’educazione dei più piccoli, nel 2016 nasce il Laboratorio d’Infanzia “I Colori del Mondo” dall’esigenza di facilitare l’integrazione dei bambini in età prescolare e il servizio di doposcuola pomeridiano per bambini e ragazzi della Scuola Primaria, delle Medie e Superiori.
Abbiamo poi creato una fattoria didattica in cui si realizzano attività educative di tipo attivo, dedicate a bambini, ragazzi e adulti, per sopperire agli scompensi creati dal lungo periodo di confinamento di quest’ultimo anno.
Infine la “Putiha”, termine dialettale con il quale veniva identificata la bottega di un tempo, ovvero, un piccolo negozio di utilità sociale in cui tutti possono donare ciò che non utilizzano più ma che non vogliono buttare via perché in buono stato, che viene poi distribuito gratuitamente a chiunque ne abbia necessità.
“Fuori dal buio”: che cosa è?
Il progetto Fuori dal Buio si propone di raccogliere 10.000 euro per donare 3.000 indumenti protettivi con strisce catarifrangenti, per prevenire i numerosi incidenti stradali in cui restano coinvolti i braccianti che si spostano durante le ore notturne in bicicletta per recarsi al lavoro nei campi.
Sostenere questa campagna significa partecipare alla costruzione di un’economia circolare che lavora su tre assi d’intervento: la prevenzione degli incidenti stradali di cui sono vittime i lavoratori braccianti; la creazione di lavoro regolare per rifugiati che escono dal percorso di accoglienza, attraverso il loro impiego nel laboratorio di sartoria; ed infine la rigenerazione di abiti usati per la loro distribuzione ai soggetti vulnerabili.
Grazie di cuore Rosario! Non ci resta che che creare occasioni di incontro tra voi e i nostri viaggiatori: a presto!
Comments