Ho cominciato a viaggiare
esplorando le stradine
della mia città da bambino
scoprendo scorciatoie per arrivare più velocemente a scuola.
Imparando ad andare in bici ho conosciuto l’odore delle campagne
e la durezza dell’asfalto quando ci cadi.
Studiare le grandi scoperte geografiche della storia poi è stata la mia rovina, o la mia salvezza. Ho immaginato per tanto tempo posti lontani e affascinanti, facendo di tutto per rincorrerli, per colorarli con avventure improvvisate e non.
Dopo un’esperienza di lavoro in un centro di accoglienza per richiedenti asilo a Napoli, ho scoperto gli occhi luccicanti di chi viaggiava per incontrare un nuovo mondo. Ho invidiato quella voglia di vivere, quel senso di meraviglia che solo l’immersione in una terra nuova può dare. Mi sono così lanciato nella scoperta del Senegal, con l’obiettivo di scoprire posti, culture e fantasie nuove. Impaziente di condividere tutto con la gente, vogliosa come me di scoprire una dirompente realtà.
Il progetto di turismo responsabile
dell’ONG Comunità Promozione Sviluppo
sembrava scritto apposta per me
Ho così raggiunto il paese della teranga, per un’esperienza di servizio civile accompagnando i turisti nei viaggi che la CPS organizza insieme a Viaggi Solidali.
Il Senegal sa sorprendere, distruggere stereotipi, smentire gli schemi in cui si è abituati a decifrare il mondo. Tante sono le cose che ho ammirato, tante quelle ancora da capire. Perché in ogni viaggio non si smette mai di imparare, così come non si smette mai di conoscere se stessi.
IL TEMPO ROVESCIATO
Ho scoperto, in Senegal,
un diverso scorrere del tempo
Le stagioni non sono che due
e il sole non manca quasi mai,
ma la natura riesce a cambiare più volte al giorno
quando si abita tra i canali del Sine Saloum.
Le maree modificano i paesaggi, creando isole paradisiache abitabili solo per qualche ora. Si scoprono distese di sabbia dove i bambini giocano a calcio nel pomeriggio, quasi protette dal mare che torna a coprire quegli spazi nella notte. Luoghi al sicuro dal progresso e dalla proprietà. Appezzamenti o fondali dove seminare fantasie più labili delle nuvole.
TRADIZIONI O INNOVAZIONI?
Ho visto il futuro nelle tradizioni più antiche dei popoli
Abiti fatti a mano, processi creativi continui
che conquistano i pensieri mentre si passeggia al mercato
Mi sono ritrovato a osservare il logo di una lattina di birra e immaginare che si potrebbe ricamare una stupenda gazzella su una vecchia camicia con i pezzi di stoffa avanzati da qualche costumista. Mbour è una dinamica valley del tessile, dove sarti, stilisti, riparatori di macchine da cucire e commercianti di tessuti rinforzano reciprocamente la propria attività economica. Nascono amicizie scoprendo e abbinando colori. È bello avere fiducia verso chi realizzerà quel piccolo sogno nel cassetto (o nell’armadio) di una vivacissima camicia. Per non parlare degli abiti colorati a mano, con la tecnica della tintura batik. Il tutto e subito che non può esserci. Questa è la bellezza dell’assaporare le esperienze che viaggiano attorno alle cose, fantasticando un futuro dove le storie varranno più dei beni materiali.
CONDIVISIONE O NECESSITÀ?
Mi sono laureato studiando la sharing-economy,
le potenzialità delle reti digitali e l’internet delle cose
Poi qui mi sono ritrovato in un garage, traducibile come stazione stradale, un non luogo dove decine di taxi da 7 posti aspettano di partire per le principali città del Senegal solo quando avranno abbastanza clienti. Il tempo e il ritardo del viaggio sono relativi quando bisogna aspettare che il proprio mezzo sia al completo prima di partire, ma difficilmente vedrete veicoli viaggiare con molti posti vuoti. Organizzazioni che nascono dalla necessità o semplicemente da un diverso senso di ovvietà.
L’ALTRA MORALE DELLA FAVOLA
Ho letto tempo fa il romanzo Il barone rampante di Italo Calvino
La storia di un ragazzo che decide di vivere la propria vita sugli alberi. Un gesto apparentemente di ribellione, di anticonformismo. Poi ho incontrato il signor Armando a Sokone, che si arrampica come uno scoiattolo sulle palme per raccoglierne il vino. Nell’indifferenza dell’universo lui vive la sua favola e sembra un tutt’uno con la corteccia. Così anche la storia più bella si colora di diversi significati nei vari angoli del mondo.
LA SEMPLICITÀ DELLA PACE
Anni di tensioni al telegiornale,
di commemorazioni di 11 settembre,
di odio fomentato dai politici, di differenze
Tutto scompare nella pace eterna del cimitero misto cristiano-musulmano di Fadiouth, su un letto di conchiglie che farebbe perdere la testa a qualsiasi ingegnere ambientale.
IL VIAGGIO DENTRO IL VIAGGIO
Le preoccupazioni svaniscono
quando la meta del viaggio
diventa il percorso
La condivisione più bella è proprio quella: la strada
Mi piace durante il viaggio creare aspettative, disilluderle, crearne di nuove, aprire delle porte scomode oltrepassabili solo se ci si rende piccolissimi. Ci saranno poi incantevoli paesaggi sconfinati come ricompensa, quando sfiniti si sarà alla ricerca di un letto. La continua avventura è l’essenza del viaggio e cerco di far vivere ogni meta anche nel modo in cui verrà raggiunta. Strade asfaltate che possono diventare l’unico mezzo per permettere ai fuori sede di raggiungere le famiglie per festeggiare insieme il Tabaski. Viaggi a cavallo dove non può esserci un comodo posto finestrino, ma dove il vento non mancherà mai. Isole raggiungibili solo se una piroga e un asino rispetteranno le relative coincidenze. Perché il paradiso accoglie chi non ha fretta di raggiungerlo, chi sa trovare strade infinite da percorrere fuori e dentro di sé. Cerco così di acquerellare i posti che raggiungeremo, per lasciar lavorare la fantasia, che si smentirà più volte in un infinito viaggio nel profondo dell’anima.
LA BELLEZZA DELLE PICCOLE COSE
La straordinaria capacità di miliardi di granelli di sale,
tanto forti da permettere ai corpi di galleggiare nelle acque
come materassini gonfiabili.
Di alghe che riescono a dare colori improbabili a un intero lago. Di una corda che diventa un’altalena. Di noi che siamo piccolissimi in una terra gigantesca, capace di accoglierci tutti quando la nostra mano è delicata. Queste e tante altre sono le riflessioni che cerco di condividere con i viaggiatori. L’immersione nel Senegal però non è che un punto di vista. Quello che faccio infatti è cercare tantissimi puntini da cui osservare, tra città e villaggi, flora e fauna, famiglie e viandanti, terra e mare. Un viaggio per nulla lineare, che sorprende a ogni curva, dove ogni giorno non è uguale al precedente. Un fragile mosaico di esperienze, da completare tra i ricordi e i sogni che il futuro non ci ha ancora rivelato. Brillanti pezzi di vita da ricomporre con la propria leggenda personale.
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