Quando pensi al Brasile immagini le spiagge incantate di Rio e le feste a ritmo di samba per le strade, ma il Brasile è anche quello che ho visto in queste 2 settimane in quello che è stato più un’ esperienza di vita che un viaggio.
Una settimana, la prima, vissuta a contatto con la natura e i suoi “rumori” che insieme ai miei compagni di viaggio ci ha portato lontano dalla vita frenetica di tutti i giorni, senza computer, stress, al di fuori del contesto urbano, per immergerci nel verde della Foresta Amazzonica, a tu per tu con le comunità che vivono ai margini dei vari affluenti del Rio delle Amazzoni, toccando con mano il lavoro svolto dall’ ASPAC. Ed è proprio la bontà e la semplicità di quella gente che, tornando alla vita di tutti i giorni, ti fa capire quanto in realtà basta così poco per vivere felici come fanno queste persone nel loro mondo. Neanche le foto riescono a far capire l’ atmosfera che si respira in quei luoghi perchè la natura si contempla, si assapora, si ascolta, si assaggia e questo è quello che abbiamo fatto noi grazie anche alla preziosa guida locale Cid che ci ha fatto inoltrare tra le piantagioni di cacao e di manioca, pescando con la gente del luogo, con un occhio sempre vigile in attesa di avvistare un caimano o il salto di un delfino rosa.
La seconda settimana ci siamo spostati verso una nuova realtà, quella di Bahia, partecipando ai progetti di Casa Encantada e anche qui un miscuglio di emozioni, anche se diverse dalle precedenti.
Luoghi, volti e situazioni che prima potevo solo immaginare attraverso i libri di Jorge Amado e che arrivato in quei posti si trasformano in realtà. L’ esperienza in uno dei campi del movimento Sem Terra è stato forse la più toccante, grazie ai racconti dei contadini che hanno lottato e lottano ancora per una riforma agraria ancora lontana; non da meno è stata la giornata in un villaggio di pescatori così diverso dai nostri, dove camminando su una terra mista a frammenti di molluschi incontri per strada donne intente a pulire i frutti di una giornata di pesca e bambini festosi che riempono le proprie giornate facendo volteggiare aquiloni fatti a mano. Altro momento particolare è stata la visita a Casa do Sol, nell’ estrema periferia di Salvador per conoscere il lavoro iniziato da Padre Luis, con una storia simile a quella del nostro Padre Puglisi, per aiutare i bambini e i ragazzi di quella zona.
Ma Bahia è anche musica e capoeira, acarajè e caipirinha, anche queste provate e assaporate durante il famoso martedi del Pelourinho facendoci coinvolgere anche noi dai festosi ritmi afro-brasiliani e che rimarranno scolpiti per tanto tempo ancora nella mia mente come tutte le emozioni vissute durante queste 2 settimane.
Fulvio Porrovecchio (Brasile agosto 2011)
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