Nel parco di Etosha bisogna entrare in punta di piedi, in un rispettoso silenzio, perché è un mondo che non ci appartiene, un mondo di cui noi non siamo i padroni. Poter avvicinare e scrutare gli animali che lo popolano è come per un bambino scoprire ciò che lo circonda e lo aiuterà a crescere. Visitare Etosha, non vuol dire avere la frenesia di scovare gli animali, come fossero le figurine di un album, vuol dire avere la possibilità di riportare tutti i sensi e l’intelligenza a ristabilire un giusto, paziente e consapevole rapporto con la natura. E la natura di Etosha è strabiliante: lo spettacolo a cui oggi abbiamo assistito alle pozze di Okondeka, Okaukuejo, Olifantsbad, emboskvblakte, Aus e Homob sarà un ricordo indelebile : zebre, springboks, impala, kudu, alcefalo, sciacalli, struzzi, oche egiziane, marabù, gnu, rinoceronti…elefanti… L’acqua per questi animali è, come per noi uomini, un elemento essenziale per la vita e per trovarla guidati solo dall’istinto possono anche percorrere kilometri di savana. E’ stato sorprendente osservarli arrivare quasi come se ci fosse un ordine prestabilito tra chi si avvicina per abbeverarsi e chi si allontana quasi per lasciare spazio e acqua ad altre specie. Gli altri incontri significativi di oggi sono avvenuti con gli elefanti, uno stra-ravvicinato sul ciglio della strada e l’altro con un gruppo di 4 esemplari intenti a mangiare strappando arbusti e ignorando la nostra presenza; l’altro con 8 leoni che alla ricerca dell’ombra si stiracchiavano come gatti…. Una iena solitaria corre verso di noi e ci attraversa la strada sparendo all’orizzonte. Una zebra zoppicante con una ferita profonda ci ricorda la dura legge della natura. Ma quanto è grande un elefante ?….sicuramente più del nostro pulmino!!! Vederlo arrivare di fronte a noi ha tolto il fiato a tutti…in silenzio assoluto per la prima volta anche Franco resta ammutolito!!! Un altro tramonto rosso fuoco ci accompagna verso questa notte africana, a domani.
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