Occasioni di riflessione in viaggio: ovvero su quanto siamo pronti ad affrontare con responsabilità il nostro essere “turisti”.
Marocco del nord, una tappa particolare, il porticciolo di El Jebha
Qui si respira l’aria malinconica dell’abbandono, delle periferie del mondo. La piccola cittadina è infatti “isolata” sul Mediterraneo, grazie ad una storia particolare che vede proprio l’area mediterranea del Marocco quella più trascurata dallo stato centrale.
Influiscono su questa storia diversi fattori, di cui prevalgono due: la coltivazione massiccia del kif (marijuana) sulle montagne del Rif, le stesse che chiudono al resto del paese la regione; la fierezza e indipendenza della popolazione del Rif, già protagonista dal 1920 al 1926 di una sorprendente esperienza politica dovuta in massima parte all’abilità del condottiero Abdelkrim Al Khattabi, ovvero l’instaurazione di un regime repubblicano indipendente contro il colonialismo spagnolo, ma non suddito della dinastia alawita.
Questi due fattori rendono la regione un’isola autonoma e danno al luogo un’atmosfera diversa, molto lontana dal fascino per turisti, venato di orientalismo, che il Marocco offre insieme a stupendi paesaggi e la sua cultura millenaria.
Eravamo dunque alloggiati in un piccolo albergo di fronte al porto.
L’unica stanza senza vista mare era occupata da un insegnante in riposo settimanale: evidentemente sceso al mare dalle dure montagne del Rif, dove una popolazione molto povera è governata più dai trafficanti del kif che dal governo centrale e in ogni caso risulta un po’ abbandonata a se stessa.
Il giovane insegnante si stava rilassando dalle fatiche dell’esperienza: spesso l’inizio della carriera dei maestri li vede spediti nelle regioni più remote del paese ed è là che fanno una vera e propria gavetta.
Noi turisti stranieri ci godevamo le pur spartane camere affacciate al mare. Una sola aveva bagno interno, appena finito perché l’alberghetto stava cominciando la sua attività e piano piano adattava l’offerta ai pochi clienti, stranieri in genere soltanto nella stagione estiva quando molti spagnoli si avventurano lungo la spericolata costa mediterranea del Marocco. La coppia fortunata con la stanza dotata di servizi smise di sorridere all’alba, quando dal lavandino del bagno cominciò a fluire un forte getto d’acqua e la camera ad allagarsi.
Allarmati uscirono a chiedere aiuto, ma il proprietario dell’albergo non dormiva lì e non c’era un addetto.
Una persona del gruppo parve trovare la soluzione: “Svegliamo il marocchino!”
Sì, nell’ansia generata dall’allagamento, la soluzione pareva essere quella di svegliare il maestro, ospite dell’albergo come noi altri, ma con una qualità in più, la nazionalità marocchina che in quel momento lo rendeva capace di altri mestieri oltre al suo, conquistato in anni di studi.
Sarebbe stato in grado di fare l’idraulico!?
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