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Immagine del redattoreStaff Viaggi Solidali

Aspettando l’aurora – ultima puntata

Aggiornamento: 4 ott 2022


Ida-Marie Svonni è una giovane donna Sámi che vive in una casetta di legno tra le betulle che si affacciano sul fiume Torne



Come racconta lei stessa, in una sera d’inverno di qualche anno fa, rovistando nei cassetti della cucina trovò un modello per piccole pantofole realizzato tempo addietro dalla sua hækku, sua nonna. Recuperata pelle di renna, ago e filo, iniziò a cucire e, anche se le prime prove furono imperfette, da quel momento riscoprì il suo interesse per il duodji, l’artigianato Sámi tradizionale. Nel 2011, Ida-Marie ha così deciso di creare “Made in Jukka”, il laboratorio dove realizza indumenti, borse, gioielli e altri oggetti artigianali utilizzando pelle e materiali riciclati, seguendo motivi e forme tradizionali ma anche innovando i prodotti con un proprio design personale



È a casa di Ida-Marie che ho trascorso la mia settimana nella Lapponia svedese, a pochi chilometri da Kiruna, e precisamente nel piccolo villaggio di Jukkasjärvi. Il nome di questo paesino, dove abitano circa 500 persone, in lingue Sámi significa “Luogo di ritrovo”, e infatti nei tempi antichi qui si teneva uno dei più importanti mercati dell’area. Anche se i tempi sono cambiati, Jukkasjärvi è rimasto ancor oggi un luogo d’incontro. Un incontro molto particolare però, di scala globale piuttosto che locale: quello turistico.


In questo luogo, che pare lontanissimo da tutto, eppure al centro di un crocevia di viaggi e persone, si trova infatti l’ Ice Hotel, l’hotel interamente costruito di ghiaccio che ogni inverno, ormai da vent’anni, viene costruito e decorato dalle opere di artisti di tutto il mondo e che rappresenta forse la più incredibile attrazione turistica di tutto l’Artico.



Aperto per la prima volta nel 1990 ed edificato con tonnellate di neve e ghiaccio tratte dal fiume Torne, l’ Ice Hotel è al tempo stesso una galleria d’arte, un paradiso per bambini (che si sentiranno probabilmente come nel palazzo di Elsa di Frozen…) e un’attrattiva per i turisti che giungono qui per dormire almeno una notte nelle sue camere uniche al mondo e per ammirare lo spettacolo notturno dell’aurora boreale.

A queste latitudini, infatti, nelle notti in cui il cielo è sereno non è raro vedere danzare nell’oscurità le magiche luci di colore verde, azzurro o rosso che nelle loro forme mutevoli paiono fluttuale nell’atmosfera. Inseguire la fugace aurora correndo lungo il fiume ghiacciato sulle slitte trainate dai cani è un’esperienza che difficilmente può essere dimenticata.



Come sempre accade, il turismo innesca dinamiche complesse e imprevedibili

Nel caso di Jukkasjärvi, ad esempio, il boom di visitatori nei mesi invernali conduce in capo al mondo un gran numero di lavoratori immigrati, che rendono se possibile l’area ancor più internazionale. La Svezia è stata, nel corso degli ultimi decenni, uno dei paesi europei che hanno accolto il maggior numero di migranti, richiedenti asilo e rifugiati provenienti prima dai Balcani, poi dal Corno d’Africa, dalla Siria e da molti altri paesi africani e asiatici. Come risaputo, il turismo è uno dei settori del mercato del lavoro più accessibili per i lavoratori stranieri, anche se quasi esclusivamente per mansioni stagionali, precarie, poco tutelate e retribuite. La combinazione di questi elementi spiega la ragione per cui tutto il numeroso personale di servizio dell’ Ice Hotel sia costituito da migranti giunti fin qui dall’Eritrea, dall’Iraq, dalla Palestina…



Quest’anno anche in Svezia, come del resto in tutto il mondo, il Covid-19 ha quasi totalmente fermato il turismo. Tuttavia, alcune centinaia di turisti per lo più provenienti da Russia, India e altri paesi orientali sono arrivati fin qui anche durante il lungo inverno pandemico.


Per tutti vale la regola ben spiegata all’ingresso di “Nutti Sámi Siida”, un centro culturale Sámi che si trova a Jukkasjärvi e che ospita, oltre a un piccolo museo, anche un allevamento di renne. Il cartello di legno recita: LET’S STAY SAFE!


STATE ALMENO A UNA RENNA DI DISTANZA L’UNO DALL’ALTRO…



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