Chi parte con Viaggi Solidali
sa di non intraprendere
un viaggio tradizionale,
un itinerario fatto di luoghi da visitare,
di fotografie da collezionare e da far vedere agli amici.
Con Viaggi Solidali si vive un’esperienza che è fatta anche di incontri,
di conoscenza profonda, di solidarietà appunto.
Il Giappone, con la sua economia avanzatissima, i prodigi della tecnologia che fanno invidia al mondo occidentale, con la bellezza che lo ammanta insieme al benessere percepito di una popolazione, non fa pensare di primo acchito al bisogno della solidarietà. Eppure nelle sue pieghe si nascondono storie di sofferenza, storie di bisogno, che è difficile scorgere in superficie, ma che in realtà ci sono.
Così nasce il nostro incontro
con l’Ospedale per Bambini
Todaiji Ryoiku di Nara.
Marzo 2019: l’incontro è avvenuto quasi per caso,
visitando il famosissimo Todaiji,
il padiglione del Grande Buddha
Mi sono imbattuta in un cartello dell’Ospedale, scritto in inglese, che chiedeva il sostegno dei visitatori. Il cartello era messo lì, in un angolo, quasi a non voler disturbare. Mi sono soffermata a leggerlo insieme alla meravigliosa guida volontaria che ci accompagnava. Ci siamo stupiti insieme nel vedere che non riportava neanche un indirizzo email o un numero di telefono.
Al rientro ho fatto
una ricerca su questo luogo
e ho scoperto essere un ospedale nato nel 1955
nell’area del parco dei templi di Nara
una scelta non casuale, perché le cure e il sostegno ai bambini con gravi handicap fisici e mentali, vengono offerti secondo lo spirito buddhista dell’accettazione. Non la resistenza al male (quella è tutta occidentale), ma l’accettazione.
Da allora medici, infermieri ed educatori si prendono cura di bambini e ragazzi con handicap, e purtroppo anche con problemi psicologici che derivano da violenze domestiche. Ci sono le cure fornite in day hospital per i casi meno gravi, e poi reparti di degenza per chi non può vivere senza un costante supporto medico. Per loro, ci sono 2 piccole classi: una di elementari e una di scuole medie, con insegnanti che non fanno mancare a questi bambini e ragazzi la formazione: in Giappone dove il tasso di analfabetismo è bassissimo, l’educazione e la cultura sono aspetti fondanti. La mia imperdibile guida volontaria ha trovato per noi l’indirizzo email, e così è nato il nostro contatto. L’ospedale ha pochissime sovvenzioni statali che non bastano a sostenere le attrezzature ed il lavoro del personale: per questo la donazione è un mezzo importante di sostentamento.
A maggio, la nostra prima visita al centro, con un gruppo di viaggiatori che ha potuto parlare con i medici, ascoltare la loro storia e le loro necessità. Una breve vista ai reparti, direi in punta di piedi, ci ha fatto capire di avere fatto la scelta giusta. Quello che colpisce maggiormente è la serenità. Quello che commuove, la compostezza di tutti: dai bambini ai medici, dalle infermiere agli educatori. Quando siamo usciti dall’ospedale, abbiamo sentito tutti la necessità di parlarci, di dare forma alle nostre emozioni: e così ci siamo seduti davanti ad un caffè, ed abbiamo pensato che lo stare insieme, fra noi, fosse la degna conclusione di un pomeriggio così intenso.
Questa è una delle tante
piccole e grandi storie
che Viaggi Solidali sa cercare
e raccontare ai propri viaggiatori:
un grande ringraziamento va a loro,
che destinano una quota del loro viaggio
per contributi così importanti
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